In attesa di sapere se il tempo sarebbe stato clemente quest’anno, con l’arrivo in press zone si è ripetuto il rito di saluti e scambi di opinioni con gli altri fotografi e giornalisti. Come sempre, il backstage si rivela un’esperienza divertente e formativa, un modo per riflettere sui propri obiettivi o su quello che si è fatto nei mesi precedenti. Più che altro un modo di rivedere colleghi che si ha l’opportunità di incrociare solo in un certo periodo dell’anno oppure di stringere nuove amicizie. Michelle e Cecilie hanno coordinato tutti i nostri spostamenti e le interviste in maniera impeccabile e il caffè caldo non è mai mancato. Ad aprire le danze è stata Qbanaa, artista mezza cubana e mezza irlandese che propone un ibrido tra neo-soul, jazz e pop. Danze alquanto originali e esotiche che hanno permesso ai già numerosi presenti di scoprire il nuovo palco, chiamato Luna. Sinceramente l'autrice di ‘Demons In The Liffey’ e ‘Shrik’ non mi ha trasmesso molto. Gran bella presenza, sottolineata da un top che lasciava intravedere molto, ma nient'altro di interessante. ‘Truth And Desire’ è stato il singolo che le persone tra le prime fila hanno dimostrato di conoscere di più. Tutt’altra storia con Ida Laurberg, che al Nova ha dato vita ad uno show dinamico e ricco di sorprese. Dalla partenza alle tastiere, sotto un tendone bianco, ai duetti con la bassista, la ragazza di Helsing ha mostrato padronanza del palco e capacità di variare la propria formula, in bilico tra indie pop ed elettronica, dalle sfumature dance. I singoli di ‘Bænkevarmer’ sono stati accolti con favore dal pubblico e la sensazione è stata che l’immagine sexy con cui l’artista è stata presentata abbia in realtà un chiaroscuro d’autrice dotata di grande personalità, oltre che di un timbro vocale non comune. Una mezz’oretta circa ed è arrivato il momento del primo highlight personale del festival.

Finalmente ho potuto rivedere dal vivo i Weezer e devo ammettere che, incurante degli anni e dei trend che passano, il gruppo guidato da Rivers Cuomo non ha perso un minimo dello smalto che l’ha sempre contraddistinto in carriera. Un'icona dell'alternative rock che in Italia potremo vedere di spalla anche ai Green Day a Firenze Rocks. A dispetto del declino del genere emo, i Weezer non hanno mai smesso di pubblicare grandi dischi, ma soprattutto hanno visto la propria fanbase crescere di release in release. In attesa del successore di ‘Van Weezer’ e ‘OK Human’, i californiani continuano a festeggiare il trentennale del debutto e l'organizzazione del Northside ha puntato su di loro per la prima parte della giornata inaugurale del festival. Un super concerto quello degli autori di ‘Everything Will Be Alright in the End’ e ‘Pacific Daydream’, che sono partiti lenti con ‘Hash Pipe’ e ‘Pork and Beans’ per poi accelerare improvvisamente e regalare ad almeno quindicimila presenti un vero e proprio greatest hits. Tra i pezzi più acclamati ‘Island In The Sun’, ‘Holiday’, ‘Beverly Hills’ e ‘Buddy Holly’, ma da segnalare assolutamente pure la cover di ‘Africa’ dei Toto e ‘Back To The Shack’, che non suonavano da dieci anni. Tutta un'altra atmosfera quella del Nova, più grande e coperto quest'anno, con Paul Armand-Delille e Alexandre Grynszpan, in arte Polo & Pan. I francesi prendono spunto dagli Air, sembrano usciti da una puntata di Star Trek e con il terzo full lenght ‘22:22’ hanno dato un risvolto ancora più synth pop/dance alla loro musica. Perfetti per i nostalgici degli anni ottanta.

Mentre sul palco principale andava in scena l'insopportabile Raye, Lily Hutchings e Lottie Massey, in arte The Pill, spaccavano al Luna. Il loro è un ibrido tra garage rock e punk con ritornelli facili da imparare, riff quadrati e una sezione ritmica micidiale, completata da Rufus Reader. ‘Problem’ potrebbe essere tranquillamente un pezzo di Danko Jones e l'accoppiata ‘Woman Driver/Posh’ il classico lieto fine di una storia andata malissimo. Oppure, al contrario, un finale trionfale di uno show mozzafiato. ‘Money Mullet’ ha anticipato in rete l’uscita del nuovo EP, ma in tutta sincerità spero che arrivi presto nei negozi un full lenght in grado di consacrarli a livello internazionale. Una sorpresa è arrivata da Saveus, il progetto solista di Martin Hedegaard, un cantautore e produttore noto per aver vinto il primo X Factor Danimarca a 15 anni. Da allora ha incorporato influenze molto varie nella sua proposta. Il concerto ha visto momenti soul, pop e quasi ambient ma pure passaggi alternative rock con grande connessione col pubblico, moshpit e il tendone del Nova che tremava. Niente a che vedere comunque con gli LCD Soundsystem, highlight assoluto di questa prima giornata, che hanno spinto una vera folla sotto il palco di Astra, nonostante un diluvio niente male. Direte voi, ormai ci sei abituato.. Avete ragione, ma gli strati di pile, leggins, felpe e giacchetti impermeabili non bastano mai. Davvero tanto freddo, ma concerto spettacolare. Il collettivo guidato da James Murphy ha sfoggiato il proprio dance punk revival con una produzione immensa e Nancy Whang in costante primo piano. Non c'erano i volumi dei Chemical Brothers di due anni fa, ma la risposta del popolo del Northside è state incredibile. In scaletta pure ‘X-Ray Eyes’, l'ultimo singolo pubblicato dalla band in attesa che esca l'atteso nuovo full lenght. Un silenzio discografico che dura da ‘American Dream’ e che, soprattutto al cospetto di live performance del genere, ha stancato.

Questa la setlist del Northside:

Oh Baby

You Wanted a Hit

Tribulations

Tonite

I Can Change (Kraftwerk’s “The Model” Intro)

new body rhumba

Someone Great

Home

North American Scum

Dance Yrself Clean

New York, I Love You but You're Bringing Me Down

All My Friends

In chiusura i Roya, duo di Aarhus formato da Line Gade e Sebastian Igens, dediti ad un pop in chiave elettronica, tanto commerciale quanto sperimentale, ed infine Barry Can't Swim. Joshua Spence Mainnie, scozzese di nascita ma tifoso dell'Everton, era molto atteso in Danimarca. Sia ‘When Will We Land?’ che ‘Loner’ sono andati molto bene da queste parti. Lo show è stato all'insegna di ritmi dance e colori sgargianti. Sicuramente sofisticato e accessibile, ma altrettanto travolgente quando i volumi hanno cominciato ad elevarsi. Di colpo l'area di Eskelunden si è trasformata in una discoteca a cielo aperto. E la notte era appena iniziata..

Di seguito gli altri report dell'evento:

INTRO - https://m.suffissocore.com/site/scspecial/136/northside-2025-intro

FRIDAY - https://m.suffissocore.com/site/scspecial/138/northside-2025-friday

SATURDAY - https://m.suffissocore.com/site/scspecial/139/northside-2025-saturday

THE CROWD - https://m.suffissocore.com/site/scspecial/140/northside-2025-the-crowd