Dubito che gli autori di ‘Inhuman Rampage’ riusciranno ad ottenere di nuovo il successo che ebbero ai tempi dell’uscita di Guitar Hero ma di sicuro l’ingresso di Marc Hudson è stato definitivamente assorbito ed i progressi rispetto a ‘The Power Within’ e ‘Maximum Overload’ sono evidenti. Il primo pregio di ‘Reaching Into Infinity’ è quello di apparire coeso dall’inizio alla fine. Per una volta non si ha l’impressione di trovarsi al cospetto di una manciata di canzoni buttate lì per caso, giusto per mostrare livelli tecnici impensabili e virtuosismi fini a sé stessi, e la scaletta è studiata nei minimi particolari secondo una visione precisa. Il secondo pregio è quello della produzione, decisamente più organica e metal, che rinnega in parte l’approccio eccessivamente tecnologico degli ultimi lavori in studio. Herman Li mostra il suo background anni ottanta, Vadim Pruzhanov coltiva idee strampalate ma spesso vincenti, il sostituto di ZP Theart se la cava senza strafare e l’ex Braindamage Gee Anzalone picchia duro dietro le pelli. ‘Ashes Of The Dawn’, ‘Judgement Day’ e la divertente ‘Midnight Madness’ sono i pezzi dotati di maggiore potenziale.