In questi giorni stiamo completando il trasloco iniziato ad aprile e così capita di rispolverare qualche vecchio promo e in tal senso la discografia dei Prong è davvero una di quelle di cui si può solo parlare bene. Quasi tutte le release si sono dimostrate all’altezza se non addirittura superiori ai tanto sbandierati masterpiece di colleghi che hanno avuto più fortuna e, almeno in certe fasi della loro carriera, i soldi li hanno visti sul serio. Tommy Victor si è fatto le ossa come fonico al CBGB’s quindi sa parecchio bene quanto siano importanti l’attitudine e l’onestà per un musicista di rango. A partire da ‘Prove You Wrong’ e ‘Cleansing’, non i primi lavori ma quelli che li hanno consacrati a livelli internazionali, i Prong sono stati etichettati come industrial, thrash e groove metal ma la realtà è che, pur attraversando periodi più o meno positivi, non hanno mai guardato in faccia a nessuno, suonando soltanto ciò che proveniva dal cuore. Cinque anni fa, ‘Carved In Stone’ li ha rimessi in carreggiata, dopo i servigi prestati ai Ministry ed un momento poco sereno, e ‘Zero Days’ conferma in sostanza quanto di buono espresso dagli ultimi due lavori in studio. Tra un tour e l’altro, il trio statunitense è riuscito a confezionare una manciata di tracce che aggrediscono in maniera sistematica l’ascoltatore (‘Off The Grid’ e ‘Self Righteous Indignation’), dalle quali traspare un songwriting metodico, la base thrash dei riff (‘Operation Of The Morel Law’) e un piglio punk rock che si addice alle caratteristiche tecniche del bassista Mike Longworth e del drummer Art Cruz (‘However It May End’ e ‘Divide And Conquer’). Il leader, insieme a Chris Collier, ha prodotto l’album cercando di apportare miglioramenti sulle linee vocali rispetto a ‘X – No Absolutes’ ed il risultato non deluderà chi li segue dagli esordi.