Il verbo di Satana è pronto a diffondersi nuovamente grazie a questi thrasher svedesi che si sono presi addirittura la briga di inventare un genere. Il loro ‘Post Vulcanic Black’ è infatti un coacervo di metal estremo, blasfemie di vario tipo e attitudine rock n’ roll che nel corso degli anni si è sviluppato fino a diventare totalmente unico. I Crucifyre attualmente sono infatti la migliore band in assoluto nel catalogo della Pulverised (Under The Church, Wombbath, Beastcraft ma anche In Mourning e Morbus Chron) e, ascoltando i precedenti ‘Infernal Earthly Divine’ e ‘Black Magic Fire’, appare evidente come si siano evoluti nell’ottica di un prodotto ancora più feroce e sprezzante. Scordatevi alcun compromesso e lasciatevi andare alla furia di tracce come ‘Thrashing With Violence’ e ‘Hyper Moralist (Deemed Antichrist)’ che gli Slayer dei tempi d’oro avrebbero bramato di avere scritto. L’album è stato registrato ai K51 STHLM, sotto la supervisione di Erik Holmberg, e mixato da Willem Bleeker che ne ha accentuato la virulenza degli stacchi ritmici e la putritudine delle chitarre. Patrick Nilsson e Alex Linder sono due asce maestose e Karl Buhre un frontman che necessita di pochi minuti per schiacciare l’ascoltatore e profanare qualunque luogo. Dopo lo split con i Graveyard, nel quale i Crucifyre avevano ripreso ‘Funerals’ dei Morbid Angel, attendevamo con ansia questo lavoro e siamo stati ripagati con quanto più odio possibile.