Le news sui continui rinvii del nuovo disco dei Tool e le astruse pubblicazioni dei Puscifer, a frequenza altrettanto regolare, hanno distolto l’attenzione sugli A Perfect Circle e reso ancora più sorprendente l’arrivo nei negozi del loro terzo full lenght. A quattordici anni dalle cupe cover di ‘eMOTIVe’, la mutevole creatura sonora di Billy Howerdel e Maynard James Keenan lascia tutti di stucco con un nuovo lavoro in studio, co-prodotto da Dave Sardy, che segna un profondo distacco dai primi album, ‘Mer Des Noms’ e ‘Thirteen Step’. Più volte i due hanno dichiarato di comporre materiale per puro divertimento e non essere condizionati in alcun modo dal genere e infatti la scaletta è resa esaltante dalla straordinaria capacità del gruppo di porsi in maniera trasversale a quanto uscito in ambito alternative nell’ultimo trentennio. La forza dell’album è quella di risultare compatto come un monolite pur vantando un numero spropositato di potenziali singoli, sia quando il frontman dei Tool trascina col suo timbro vocale unico sia quando la sezione strumentale si muove imbizzarrita tra le contaminazioni degli Ashes Divide, il progetto solista del chitarrista, e l’art rock più ispirato. Le sorprese maggiori sono relative al cinismo di ‘The Contrarian’, alla melodia dark che sorregge ‘TalkTalk’, e che potrebbe benissimo essere stata scritta dai Depeche Mode di qualche anno fa, e dalle progressioni elettroniche della conclusiva ‘Get The Lead Out’. Tra i passaggi migliori sicuramente ‘Disillusioned’ e ‘The Doomed’, non a caso scelti come singoli, ma anche ‘By And Down The River’ e ‘Hourglass’.