Predestinato alla guerra. Il genere umano non può sottrarsi a questo “rito di sangue” che permea l’anima e confonde la mente. Un argomento piuttosto familiare per gli svedesi che in molti ricordano ancora per la copertina dell’EP ‘Fuck Me Jesus’ e l’album ‘Panzer Division Marduk’ ma che, più di altri colleghi blasonati, hanno saputo difendere il proprio onore nel periodo peggiore per il genere. L’ispirazione per queste nove tracce è nata più o meno come ai tempi di ‘Frontschwein’, il precedente lavoro in studio, e ‘Plague Angel’, e qui si parla di quasi tre lustri fa. Trentaquattro minuti gelidi e sinistri con poche sorprese (forse solo il doom di ‘Tiger I’ si allontana leggermente dallo stilema tipico della band impreziosito dal drummin’ del giovane Fredrik Widigs) e tanti riferimenti a quel passato glorioso di cui ancora si narra negli speciali sul black metal e soprattutto quando si tende a sottolineare l’importanza di altre scene (non solo quella svedese ma anche la francese, l’islandese e la statunitense) oltre a quella madre norvegese. ‘June 44’, ‘Equestrian Bloodlust’ e ‘The Last Fallen’ non faticheranno ad imporsi nelle setlist dei prossimi tour.