Abili a mostrarsi versatili e salire sul trend giusto al momento giusto, per qualche anno i californiani hanno avuto fatto molta fatica a rispettare i canoni di celebrità imposti dal successo internazionale di ‘Infest’ e mantenere un’identità sonora precisa. Le ottime recensioni ricevute da ‘Crooked Teeth’ avevano fatto sperare in un’inversione di tendenza ed effettivamente i Papa Roach mostrano di attraversare un buon momento di forma immettendo sul mercato il solito mix tra riff heavy e ritornelli catchy ma assestandosi su livelli più che dignitosi. Nella storia della musica spesso i concept più semplici si sono rivelati vincenti e ‘Who Do You Trust?’ punta su liriche capaci di entrare nella testa dei più giovani, oltre che sulla produzione moderna di Nick “RAS” Furlong (The Fever 333, All Time Low) e Colin Cunningham. ‘Renegade Music’ e ‘Not The Only One’ non si scostano troppo dalla formula standard che ha decretato il successo della band mentre ‘Elevate’ e ‘Top Of The World’, a cui ha contribuito Jason Evigan, denotano un uso intelligente dell’elettronica. Soprattutto, Jacoby Shaddix è tornato a cantare in maniera decente ed i pezzi che non sono stati lanciati come singoli non sono filler. Un’intensità che non percepivamo dai tempi d’oro e che confermano come venti milioni di copie non si vendano per caso.