Abbiamo atteso sette lunghi anni dall’uscita di ‘Gravity The Seducer’, un lasso di tempo veramente lungo ma che i membri non hanno certo trascorso a godersi soltanto il denaro guadagnato con i due album precedenti. Helen Marnie ha pubblicato due ottimi lavori solisti, ‘Crystal World’ e ‘Strange Words And Weird Stars’, Reuben Wu si è dedicato alla fotografia, Mira Arroyo ha collaborato con John Foxx And The Maths mentre Daniel Hunt ha composto colonne sonore e dato vita ai Tamoios. Dal momento della loro esplosione inoltre la band che ha scelto il proprio nome ispirandosi ai Roxy Music ha remixato artisti come Dave Gahan, Placebo, Blondie, Bloc Party, Nine Inch Nails e Christina Aguilera. In parole povere l’universo pop mainstream ha “aperto” ai Ladytron e loro hanno deciso di prendersi il tempo necessario per non sbagliare niente e recuperare l’urgenza melodica che li ha resi famosi in tutto il mondo. Anticipato dai singoli ‘The Island’ e ‘Animals’, che già avevano lasciato intravedere un’evoluzione sonora niente male, il sesto lavoro degli inglesi è costruito su continui saliscendi, rigorose alternanze tra passaggi di quiete e bordate electropop/industrial da brividi. Lo stesso Dave Hunt lo ha definito un lavoro più heavy e non credo fosse solo un modo per giustificare la partecipazione di Igor Cavalera, ex Sepultura e attualmente nei Cavalera Conspiracy col fratello Max e nei MixHell con la moglie Laima Leyton. Per certi versi si tratta anche di un ritorno alle origini visto che a produrlo è stato Jim Abbiss, determinante per la riuscita di ‘Witching Hour’, eppure in tutta sincerità non percepisco alcun sguardo rivolto al passato in questi quattro musicisti coraggiosi che proseguono con lucidità nella loro strada tra ruvidi beat e disegni armonici capaci di sconvolgere i dancefloor alternativi. ‘Tower Of Glass’ e ‘Paper Highways’ sono ricche di layers mentre ‘Far From Home e ‘Deadzone’ si rivelano di una semplicità mostruosa e proprio per questo contagiosa. Non sono al corrente delle scelte promozionali future ma di sicuro la band potrebbe selezionare una traccia a caso della presente scaletta e rischiare di sbaragliare le classifiche. ‘Tomorrow Is Another Day’ affermano i Ladytron in chiusura e la sensazione è che le sorprese non siano finite qui.