Per capire questo disco, che segue il mini ‘Fortuneteller’, bisogna conoscere la storia di Arising Empire. Da semplice sussidiaria di Nuclear Blast, vuoi per la decadenza del mercato e vuoi per alcune scelte niente male, la piccola label tedesca è cresciuta di livello allargando il roster a formazioni di grande spessore come Heart Of A Coward, Imminence e Novelists. Ciò è avvenuto mantenendo però un’alta attenzione sul tessuto metal locale, sulle nuove entità tedesche in grado di imporsi in ambito metalcore o punk. The Oklahoma Kid, e nello specifico ‘Solarray’, è la risposta a tutto questo. Il cantato di Tomm Brümmer è progredito molto, soprattutto grazie all’esperienza di Aljoscha Sieg che ha prodotto il singolo ‘Doppelgaenger’, ed i riff di Andreas Reinhard e Fred Stoelzel passano con agilità dal djent al postcore, senza cadere in forzature o banalità. Oltre alla commerciale ‘Oasis’ ed alla divertente ‘Shaking Off The Disease’, ‘Feed Me Fear’ e ‘Monster’ sono due pezzi che ben evidenziano il tasso tecnico dei cinque. Un buon inizio da cui cogliamo notevoli margini di crescita.