Il grido insano di ‘Mjød’ rimbomba ancora nelle mie orecchie sebbene siano trascorsi dieci anni eppure i norvegesi hanno vissuto almeno due fasi di transizione e la loro sopravvivenza è stata messa a dura prova dall’abbandono di Erlend Hjelvik. Trovare un sostituto non è stato semplice così come recuperare credibilità agli occhi dei metallari più accaniti, delusi dalla produzione più patinata di ‘Nattesferd’, ma fin dai primi minuti Ivar Nikolaisen sembra possedere l’attitudine giusta. Un’attitudine formata in varie band thrash o punk – tra cui The Good The Bad and The Zugly e Silver – che adesso viene messa a servizio di un songwriting eccelso. Meno rumore ha generato l’ingresso del batterista Håvard Takle Ohr che pure picchia duro in ’Crack Of Doom’ e ’ Bråtebrann’, ovvero i due singoli scelti per promuovere la release. Nel primo troviamo Troy Sanders dei Mastodon e si percepisce quanto siano cresciuti come songwriter Vidar Landa e Bjarte Lund Rolland mentre nel secondo non è possibile rimanere impassibili al cospetto di uno dei riff thrash dell’anno. Il ritorno al passato di ’Splid’ è evidente ma allo stesso tempo sono rimaste alcuni retaggi acustici (l’iniziale ’Rogaland’) ed aperture progressive (’Delirium Tremens’) e la copertina è stata realizzata da Marald van Haasteren (sempre nel giro dei Baroness). Com’è al solito c’è un bel pò di Converge, perché Kurt Ballou ha registrato e prodotto le tracce e Nate Newton – anche nei Cave In e nei Cavalera Conspiracy – ha partecipato a ’Discord’, e Turbonegro. Assieme al black metal l’influenza principale dei norvegesi.