Un titolo alquanto misterioso ed un recupero determinato delle proprie radici culturali. Così Martin Mendez, il bassista che, a seguito della pubblicazione del ca ‘Morningrise’, ha sostituito Johan DeFarfalla, attualmente dedito alla politica, negli Opeth, si è misurato con la sua infanzia a Montevideo, le prime mosse nel mondo musicale ed il desiderio di purezza stilistica. Purezza stilistica che non significa necessariamente sonorità monocordi (‘Guyra’ e ‘Infected Soul’). Al contrario ‘Kuarahy’ è devoto al death ma allo stesso tempo ricco di contaminazioni prog e latine. Le registrazioni si sono svolte ai Farm Of Sounds Studios di Barcellona ed in seguito le canzoni sono state mixate da Jamie Gomez agli Orgone Studios di Woburn, dove sono passati tra gli altri Ghost e Angel Witch. La tracklist raggiunge i suoi apici in corrispondenza delle crude ‘Worms’ e ‘Taste Of Blood’ ed in line-up troviamo anche alcuni membri degli iberici Vidres A La Sang. I fan degli Opeth troveranno delle similitudini con ‘Deliverance’ e ‘Watershed’ ma nel complesso siamo al cospetto di un album onesto e diretto, costruito senza artifici o smanie da classifica, che saprà riconciliarvi col vostro primo amore per la musica estrema.