Stare dietro a tutti i cambi di line-up è quasi impossibile ma Gus G. sembra non volere mollare la presa ed a suo favore gioca la qualità di questo disco che potrebbe inaugurare una nuova era. La formula non è cambiata ma la dipartita di Bob Katsionis ha sicuramente inciso nell’economia sonora del successore di ‘Immortals’. Il contributo del tastierista era diventato stantio negli anni ed in questo modo il chitarrista di origini greche, in passato alla corte di Ozzy Osbourne per ‘Scream’ e nei Dream Evil di ‘The Book Of Heavy Metal’, si è sentito molto più libero di sperimentare. Come frontman, dopo che Henning Basse ha tolto il disturbo, è stato scelto Herbie Langhans, già con i Sinbreed e nel tour di Avantasia, che ha da poco lanciato i Sonic Haven. Non metterei quindi la mano sul fuoco su una permanenza duratura ma la sua prova è discreta e ben si adatta a undici tracce che propongono un power metal decisamente guitar-driven, costruito su riff potenti e sfacciatamente melodici ma anche su passaggi più veloci e virtuosi. Un’apertura in bilico tra Yngwiee Malmsteen e Annihilator permette all’ultimo arrivato di mettere subito in mostra la consistenza delle proprie corde vocali e ciò che segue non deluderà i seguaci della prima ora. ‘Devour’ e ‘Rising Fire’ sono le tracce più consigliabili per comprendere cosa c’è dietro a questo nuovo corso.