È sufficiente osservare la copertina di Gus Fink per rendersi conto che la vita non è affatto meravigliosa come vuole farci intendere il collettivo originario dell’Ohio. Nell’ironia macabra del titolo c’è molto del pensiero di Steve “Skinny” Felton; il batterista è l’unico membro che non è mai uscito dalla line-up e, nella sua visione malata, i Mushroomhead adesso hanno tre voci: il buon vecchio J Mann tornato all’ovile, Mr. Rauckhorst e Ms. Jackie. A ciò si aggiungono un altro batterista, un bassista, un chitarrista di valore come Tommy Shaffner, una serie smodata di samples, stacchi ritmici forsennati, invettive politiche ma soprattutto tanta nostalgia dell’era nu metal. Nel corso degli anni, gli autori di ‘XIII’ hanno goduto della pubblicità derivata dal paragone con gli Slipknot e, con maschere rinnovate e qualche video azzeccato, potrebbero riuscire ancora ad infilarsi in qualche tour importante. Se lo meriterebbero perché il successore di ‘The Righteous & Butterfly’ è un solido album, ben mixato da Matt Wallace, ricco di squarci melodici e tanta violenza. ‘A Requiem For Tomorrow’ introduce la scaletta con una buona dose di industrial metal, ‘Seen It All’ e ‘The Heresy’ sono singoli ipnotici e accessibili anche a chi è meno abituato ad impatti ritmici del genere e ‘What A Shame’ un’altra traccia che vi costringerà a recuperare alcuni dei loro dischi passati.