A distanza di due anni dal debole 'Thickskin' la nuova formazione degli Skid Row con Johnny Solinger pubblica un comeback più solido ma non certo entusiasmante. 'Revolutions Per Minute' ripercorre strade già tracciate all'infinito e nella sua totale derivazione tenta continuamente di dimostrarsi all'altezza ottenendo il risultato di annoiare ben presto. Solinger ha il pregio di non volere imitare il suo precedessore ma ciò non toglie che valga la metà e le canzoni presto soffrono questa lacuna scorrendo mestamente senza mai un sussulto o un momento ispirato. Mentre il punk 'When God Can't Wait' e lo scempio pseudocountry 'You Lie' sono davvero fuori luogo l'iniziale 'Disease' riporta alla mente il tanto bistrattato 'Subhuman Race' e alla resa dei conti appare l'unico pezzo convincente insieme alla cover degli Alarm 'Strenght'. Non è con proclami come 'Another Dick In The System' o 'Shut Up Baby, I Love You' che gli Skid Row riusciranno a liberarsi dal fantasma di Sebastian Bach.