Nei mesi scorsi ho potuto discorrere con Wolf Hoffmann della creazione di questo nuovo album ed una delle sue risposte mi ha colpito in maniera particolare. Si parlava del songwriting e nello specifico di come riuscisse a capire che una canzone fosse adatta o meno a diventare una canzone degli Accept. Oltre a definirsi un robot tedesco, il chitarrista, che col proprio paese d’origine ha mantenuto pochi legami – visto che ormai vive da anni a Nashville e che sta aggiungendo sempre più membri americani alla line-up – ha confessato di aver sviluppato un buon feeling su quello che può andare bene per la band ma allo stesso tempo di aver scartato tante idee perché voleva qualcosa di speciale. In effetti tracce come la ballata ‘The Best Is Yet To Come’ ma anche ‘Overnight Sensation’, col suo hard rock cadenzato, trasmettono il desiderio di mutare leggermente il quadro generale. Un album più vario del solito quindi, che prosegue nella strada intrapresa al momento dell'ingresso di Mark Tornillo e corregge il segno rispetto al precedente ‘The Rise Of Chaos’. Al suo interno troverete brani potenti, momenti di energia pura – il tributo ai Judas Priest di 'Zombie Apocalypse' e della title track - ma anche riferimenti alla musica classica (‘Samson And Delilah’). Più che altro non c'è traccia di quella scrittura retrograda e noiosa che affligge molti dinosauri. Andy Sneap ha saputo donare freschezza al sound degli Accept e l'entusiasmo di 'Blood Of The Nations' non è ancora esaurito.