Quando uscì il primo album degli inglesi pensai veramente che potesse ripetersi quanto successo con i Primal Scream. Forse i tempi sbagliati o l'eccessivo legame di Craig Dyer con la scena underground hanno impedito che ciò accadesse ma la miscela di garage, post-punk e psichedelia proposta dal polistrumentista originario di Manchester, accompagnato di volta in volta da musicisti diversi, si è sempre mantenuta su livelli ottimi. Il successore di 'Montage Images Of Lust And Fear' è un album in cui emergono palesi le influenze di Nick Cave e Leonard Cohen, dove le murder ballads tolgono un po' di spazio alle divagazioni acide alla Spaceman 3. La title track e 'Vergiss Mich Nicht' aprono le danze tra dissonanze elettriche e visioni allucinate mentre 'Egyptian Queen' cita i Velvet Underground e mostra la bontà della line-up, completata dalla moglie Olya alla batteria ed alle backing vocals, Max James al basso e Astrid Porzig al violino. Magnus Westergaard ha contribuito con alcune parti di chitarra e voce mentre il mixaggio è stato effettuato da Leonard Kaage. Il titolo è tradotto in quasi tutte le lingue nella copertina realizzata dal fotografo americano Andrew Miksys e la caduta dei The Underground Youth potrebbe riguardare anche gli appassionati di The Brian Jonestown Massacre e The Jesus And Mary Chain.