Il titolo del dodicesimo album dei canadesi ha una duplice importanza per il sottoscritto. Prima di tutto sottolinea una fascinazione totale per il synth pop degli anni ‘80 e un suono ricco di tastiere grasse e linee melodiche sognanti, che non è mai stata messa in discussione in carriera. Inoltre, in un periodo nel quale abbiamo dovuto stare chiusi in casa e deprimerci, manifesta un desiderio impellente di recuperare tutto ciò che ha reso affascinante la musica rock ovvero una smodata elettricità, il sudore sotto palco, le dipendenze e la scelleratezza di certe azioni, la pelle e le borchie, la possibilità di sognare ad occhi aperti anche quando le atmosfere sono quanto mai tetre. In tal senso, i Birthday Massacre riescono sempre a farci sognare, con il loro approccio compositivo consolidato ed i sensazionali vocalizzi di Chibi, protagonista assoluta della scena gothic wave degli ultimi vent’anni. La sua intesa con Falcore e Rainbow è totale e pezzi come ‘Cold Lights’ e ‘Like Fear, Like Love’, maledettamente pop e dark allo stesso tempo, diventeranno presto dei classici dal vivo e non faranno fatica ad imporsi nelle playlist di settore.