Gli ultimi due anni sono stati terribili, dal punto sociale, politico e economico. Non ci sono dubbi sul fatto che a risentirne siano stati tutti gli addetti ai lavori, a più livelli, ma non oso immaginare quanto possa essere mancata la vita in tour ad un gruppo come i Malevolence, che ha costruito la sua carriera su performance dal vivo strabilianti. ‘Malicious Intent’ segna progressi importanti rispetto a ‘Self Supremacy’, esattamente come il secondo full lenght aveva segnato progressi importanti rispetto a ‘Reign Of Suffering’. L’evoluzione sonora è evidente, l’elettronica è usata in maniera subliminale e intelligente e il suono della batteria di Charlie Thorpe è spaventoso. ‘Still Water Run Deep’ è invece il manifesto di quanto sia cresciuto Alex Taylor come frontman, capace di ruggire rabbioso al microfono ma anche di regalare dinamiche intriganti ad un album destinato a essere idolatrato dagli appassionati di beatdown hardcore, metalcore e sludge metal. Da Sheffield a New York ci sono tante ore di aereo eppure i Malevolence guardano con convinzione sempre maggiore alla scena hardcore newyorkese e non fanno nulla per essere inglobati nella confusionaria e spesso controproducente comunità britannica. Al contrario affermano con orgoglio di essere devoti a band come Madball, Agnostic Front, Terror e Despised Icon e con pezzi come ‘Life Sentence’, ‘On Broken Glass’ e ‘Do Or Die’ dal vivo ci sarà da divertirsi. Se non bastasse, il disco è impreziosito dalle riuscite collaborazioni con Matt Honeycutt dei Kublai Khan (‘Above All Else’) e Matt Heafy dei Trivium (‘Salvation’).