Non sapevo assolutamente niente del quartetto originario di Lione prima che il loro secondo full lenght ‘New Strife Lands’ venisse recapitato in redazione e devo ammettere di essere rimasto piuttosto colpito da un paio di aspetti della loro musica. Prima di tutto le canzoni sono quasi sempre ballabili, nonostante la base sia un ibrido tra psichedelia e stoner rock con richiami evidenti alla storia dei Pink Floyd e dei King Crimson ma anche al deserto californiano. Inoltre le movenze nel prog dei Kitch non appaiono mai scontate, non si ha mai l’impressione che il gruppo voglia ritagliarsi lo spazio per un dettaglio tecnico o un passaggio virtuoso e ancora meno per un singolo da vendere alle radio. In una scaletta di oltre cinquanta minuti si va da pezzi di circa due minuti alle visioni acide di ‘Trippy’ ed alla determinazione di ‘The Only One Solution’. Chissà se questi ragazzi, che si sono conosciuti ad una scuola di musica di Villeurbanne, in futuro preferiranno dedicare la propria vita di artisti alla musica heavy oppure sviluppare un approccio compositivo ancora più libero e se vogliamo jazz. Jean-Paul Sartre ha detto: “La libertà è scelta. Kitch ci insegna che la vera libertà è, al contrario, non scegliere.”