Al di là della citazione ironica degli Iron Maiden, il nuovo lavoro in studio degli scozzesi rappresenta un deciso ritorno alle origini, con riferimenti naturali a dischi del calibro di ‘Captain Morgan’s Revenge’ e ‘Black Sails At Midnight’ e un livello di aggressività decisamente più elevato rispetto agli ultimi capitoli discografici. È normale, considerato il notevole successo riscosso in tutto il mondo, che la formazione di pirati folk-metal provasse a tentare un salto commerciale ma evidentemente qualcosa non ha funzionato dal vivo e così Christopher Bowes e compagni hanno meditato un passo indietro per la felicità di chi ama i pezzi heavy metal più tirati e devoti alle leggende del genere. In scaletta ci sono comunque degli episodi che segnano una certa varietà stilistica ovvero ‘P.A.R.T.Y’, con qualche synth in più ed alcuni agganci ai Beast In Black, e ‘Come To Brazil’, thrash d’annata che mette in luce le doti del chitarrista Máté Bodor, in line-up dai tempi di ‘No Grave But The Sea’. Stupenda la copertina di Dan Goldsworthy (Sylosis, Hell, Cradle Of Filth..) ma nella lista dei crediti troviamo anche Patty Gurdy, Captain Yarrface (Rumahoy) e Ally Storch (Subway To Sally).