Ultimamente i tedeschi hanno ripreso a darci dentro, ma in seguito alla pubblicazione dei validi ‘R.I.B.’ e ‘One Foot In The Grave’ hanno dato alle stampe un EP, due split, una compilation, un box e pure un paio di singoli divertenti come ‘Beerbarians’ e ‘Lockdown Forever’. Un po’ troppo anche per chi ha fatto del mix tra thrash e birra una ragione di vita e può contare su una fanbase non vastissima ma comunque solida. La qualità del materiale infatti è in evidente calo e, a parte le due alcoliche hit citate in precedenza, di ‘Pavlov’s Dawgs’ si salvano a malapena un paio di tracce (‘Ex-Fluencer’ e ‘Diary Of A Nihilist’). Capisco il desiderio di rimettersi in gioco il prima possibile vista l’impossibilità di organizzare date dal vivo per quasi due anni, ma forse sarebbe stato bene prendersi un po’ più tempo per operare una selezione più accurata. Anche se le nuove leve non si mostrano sempre all’altezza delle icone del passato – pensate che Frank Thorwarth e Gerre sono in giro dal ‘82 - in questa maniera si rischia di inflazionare solo il mercato.