Paul Sadler degli Spires e Andreas Hack dei Frequency Drift hanno dato vita a questo progetto per potere proporre un songwriting più sofisticato e sperimentare arrangiamenti diversi dal solito. La voce dell’inglese caratterizza molto questo disco, vuoi perché porta con sé tutta una serie di influenze legate al mondo del progressive e vuoi perché le linee vocali appaiono estremamente stratificate. Il tedesco ha invece contribuito a rendere le canzoni più riflessive e sperimentali, chiamando l’arpista Nerissa Schwarz ad irrobustire il tessuto strumentale. Tanti gli strumenti utilizzati e tanta la varietà di colori proposta, per un esordio che si differenzia da tante uscite in ambito prog rock per la sua componente cinematica e se vogliamo gotica. Suggerito a tutti gli appassionati che desiderano provare qualcosa di diverso senza necessariamente rivolgersi a combinazioni elettroniche forzate o scadere nel metal o nel post-rock. Mi stupisco che canzoni del genere siano uscite sotto forma di autoproduzione e sono certo che la prossima volta non sarà così.