Un disco sorprendente, bello, energico, inaspettato e moderno, ma con un occhio rivolto allo storico passato di una band che non ne vuole sapere di mettersi da parte. Una gran parte del merito della bellezza di questo “The Gang’s All Here” va decisamente data a Erik Gronwall, ex cantante degli H.E.A.T, che dimostra di essere una vera e propria forza della natura, sciorinando una prestazione dietro al microfono di grandissimo valore. La sua energia, oltre a un’ugola strepitosa, è fondamentale per la riuscita di un pugno di brani che sono buonissimi, a partire dall’opener “Hell Or High Water” che in pochi gruppi, reduci dai fantastici anni ottanta, sarebbero in grado di scrivere oggi. Ci sono canzoni dal contenuto potente, ma melodico come “Time Bomb” o la spettacolare “Tear It Down” che potrebbero essere materiale incandescente in sede live. Non manca il classico ballatone come “October’s Song”, anche se in questo caso la lunghezza della canzone rende evidente che essa non sia la tipica hit da classifica. La titletrack è un altro clamoroso pugno in faccia che gli Skid Row tirano a chi ne contesta ancora l’esistenza e a rafforzare una nuova identità vi è lo splendido lavoro fornito dalle due chitarre che suonano in maniera ineccepibile, sfornando riff e soli di qualità assoluta. Tra le chicche vi è pure “Nowhere Fast” che ha un fascino tutto suo, mentre non mancano i classici cori metal nell’arco di tutto il platter. Alla fine il ritorno di Bolan e compagni è davvero una delle novità migliori di questo 2022, alla faccia di chi vorrebbe la classica reunion con il sig. Bach che dal vivo non reggerebbe attualmente il confronto con il suo sostituto naturale che canta in questo ottimo “The Gang’s All Here” che, ricordiamolo per chi non lo sapesse, è solo il sesto album all’interno di una carriera partita nel lontanissimo 1986.