Penso che agli americani non leggano più le loro recensioni. Si saranno stufati da tempo dei soliti commenti ed alla fine ciò che conta è il pubblico ai concerti. Più o meno, ‘Scorched’ riceverà la medesima accoglienza dei vari ‘The Electric Age’, ‘The Grinding Wheel’ o ‘The Wings Of War’. Ci sarà chi idolatrerà Bobby "Blitz" Ellsworth e compagni come le icone del thrash che non mollano la presa e chi invece si chiederà il motivo di far uscire sempre le stesse canzoni. Convinto di questo, mi chiedo se abbia veramente senso che vi indichi quanto ‘Scorched’ sia superiore o inferiore rispetto al suo predecessore, quanto regga la voce del frontman (supportato da Johnny Rodd in fase di registrazione) o quanto le idee scarseggino o meno. Credo che il fatto che gli Overkill siano ancora su Nuclear Blast, un’etichetta storica che però negli ultimi anni ha subito un ridimensionamento importante sia in termini di ricavi che di contenuti, abbia un valore, così come credo che pezzi come ‘The Surgeon’ e ‘Wicked Place’ non sfigurerebbero in nessuna playlist del mondo. I tre passaggi fondamentali alla base della creazione di questo ventesimo lavoro in studio sono stati il songwriting di D.D. Verni, nel bel mezzo della pandemia, la registrazione delle parti di batteria a cura di Jason Bittner (Shadows Fall) ed il mixaggio a cura di Colin Richardson (Machine Head, Sepultura) e per essere dei vecchietti la loro figura la fanno ancora.