Deathcore? Death metal? I Modern Age Slavery si preoccupano solo di picchiare più duro degli altri. Fatevene una ragione perché non c'è scampo. In chiusura del successore di ‘Stygian’ hanno perfino incluso una cover di ‘Blind’ dei Korn che metterà a dura prova i muscoli del vostro collo. È Fireflash Records, etichetta nata da una costola di Atomic Fire, a dare fiducia al gruppo di Giovanni Berselli e Luca Cocconi, che ha reso ancora più letale una formula basata su blast beat violentissimi, venature industriali, voci brutali e spietate e una doppia cassa massacrante e veloce. Io ho citato il cantante ed il chitarrista-produttore, ma ogni membro ricopre un ruolo fondamentale in line-up. Mirko Bennati, bassista dei Browbeat, è micidiale in pezzi come ‘Pro Patria Mori’ e ‘KLLD’ e non sono certo da meno il drummer Federico Leone e l’altro chitarrista Ludovico Cioffi (dal vivo pure con Fleshgod Apocalypse e Ne Obliviscaris), che si è occupato anche del magnifico artwork. ‘Irradiate All The Earth’ e ‘OXYgen’ sono i passaggi che marcano l’evoluzione maggiore ma tutta la scaletta si spinge a livelli elevati e inaugura tra l’altro un concept molto interessante che si svilupperà con altri due capitoli su terribili scenari post bellici ed un futuro totalmente da riscrivere. Un disco moderno ma costruito su vecchi valori, capace di “disturbare” la quiete pubblica ma allo stesso tempo fare riflettere. Un disco prodotto in maniera pazzesca eppure non finto o di plastica, come tante uscite di oggi. Al contrario ciascuno degli episodi sembra scritto appositamente per la dimensione live e ritrovare i Modern Age Of Slavery in tour sarà un piacere.