I tedeschi si superano ancora una volta con un decimo lavoro in studio che conferma l’inoppugnabilità di un concept che negli anni si è addirittura evoluto. La differenza sostanziale rispetto al passato, o la novità come preferite, sono l’utilizzo di parti elettroniche, al limite del trip-hop (‘Subatlantic’), ed un riffing che ha preso sicuramente ispirazione da generi moderni e stili che di solito non avevano attratto il collettivo. Per il resto siamo al cospetto del tipico album degli autori di ‘Pelagial’ e ‘Phanerozoic’, che sanno spaccare tutto dal vivo esattamente come esplorare abissi sonori in studio. Un’opera ambiziosa che potrebbe ottenere un riscontro maggiore sul mercato statunitense – senza dubbio attratto dal post-metal dei berlinesi analizzando le visualizzazioni degli epici streaming show dai quali è stato poi estratto ‘Phanerozoic Live’ – e che ha in ‘Atlantic’ e ‘Unconformities’, impreziosita dalla presenza di Karin Park i propri apici. Adesso che la quadrilogia si è conclusa, sarà curioso capire in quale direzione si muoveranno questi meravigliosi protagonisti dell’era moderna.