Nell’universo dei tedeschi c’è tanta malinconia. In patria hanno un eccellente seguito e si permettono di solcare i palchi dei maggiori eventi rock e metal, mentre fuori dai confini sono una piccola realtà underground. Per quanto Napalm Records potrà impegnarsi a livello promozionale non sono convinto che la storia possa cambiare, semplicemente perché nell’immaginario delle persone i Megaherz saranno sempre associati ai Rammstein ed al loro cospetto chiunque verrebbe schiacciato. In realtà in questo nuovo lavoro, a cinque anni di distanza da ‘Komet’, non ci sono solo pezzi quadrati di neue deutsche harte e industrial metal ma anche tinte gotiche accentuate, con evidenti agganci alle discografie di Moonspell e Paradise Lost. Da un primo ascolto spicca ‘Der König Der Dummen’, molto americana e riconducibile a certe cose di Marilyn Manson e Rob Zombie, ma interessanti sono pure ‘Freigeist’ e ‘Alles Arschlöcher’, un inno di ribellione che dal vivo potrebbe mietere vittime. Per il resto il gruppo guidato da Alexander "Lex" Wohnhaas sa sempre come assestarsi su livelli qualitativi elevati e quando rischiare un po’ di più o limitarsi a dare ai propri fan quello che vogliono. Come ho detto prima, non credo possa bastare, ma ammetto che mi piacerebbe vederli in un tour più strutturato e non solo nei festival di grandi proporzioni nei quali oggettivamente setlist e spettacolo vengono limitati per le esigenze del programma.