01. Black Mirror 02. Keep The Car Running 03. Neon Bible 04. Intervention 05. Black Wave/Bad Vibrations 06. Ocean Of Noise 07. The Well & The Lighthouse 08. (Antichrist Television Blues) 09. Windowsill 10. No Cars Go 11. My Body Is A Cage
Songs
01. Black Mirror 02. Keep The Car Running 03. Neon Bible 04. Intervention 05. Black Wave/Bad Vibrations 06. Ocean Of Noise 07. The Well & The Lighthouse 08. (Antichrist Television Blues) 09. Windowsill 10. No Cars Go 11. My Body Is A Cage
Se prima di ascoltare ‘Neon Bible’ mi avessero chiesto cosa mi aspettavo dagli Arcade Fire dopo ‘Funeral’, avrei risposto senza esitazioni: ‘Un altro capolavoro’. Tale è stato nel 2004 l’esordio dell’ensemble canadese: qualità elevatissima al servizio di un talento sconfinato e visionario, la tradizione folk ibridata e declinata con sensibilità wave, brani immensi come ‘Neighborhood #3 (Power Out)’, ‘Wake Up’ e ‘Rebellion (Lies)’. Sono passati poco più di 2 anni e sono qui ad inchinarmi per la seconda volta al cospetto di Win Butler, Régine Chassagne e soci.
‘Neon Bible’ è un album complesso, eterogeneo, dal suono estremamente elaborato, capace di far convivere vocazioni orchestrali, arrangiamenti sontuosi ed approcci lo-fi. La formula magica è rimasta sostanzialmente la stessa, quel connubio tra folk, new wave e atmosfere decadenti che li ha resi famosi: ciò che dona linfa vitale alla musica degli Arcade Fire è la semplicità apparente con cui si destreggiano all’interno del labirinto di sonorità sempre diverse che riescono ad evocare.
L’iniziale ‘Black Mirror’ si dipana lungo uno stretto sentiero fatto di scale pianistiche ascendenti ed instabili al ritmo di una batteria inquietante, finchè non arrivano gli archi a dissolvere in parte la claustrofobia. Sensazioni opposte in ‘Keep The Car Running’, che con il suo incalzare arrembante e tribale ti trasporta con la mente verso ambientazioni caraibiche, dentro avventure da bucanieri e pirati. Dopo la nenia sommessa di ‘Neon Bible’, l’organo che accompagna ’Intervention’ inverte ancora l’atmosfera rendendola solenne come una preghiera proclamata verso il cielo. Questo continuo effetto di alternanza è portato al climax nella traccia successiva, forse la migliore: in ‘Black Wave/Bad Vibrations’ Régine ci accompagna a bassa fedeltà verso suggestioni al limite del synthpop prima di abbandonarci nella tenebra; l’interpretazione di Win è impetuosa, gli echi spaventosi della tempesta si affollano in sottofondo e non lasciano scampo.
Ancora rimbombano i tuoni quando il mood jazz di ‘Ocean Of Noise’ condito di accompagnamento orchestrale riempie l’animo di malinconia e romanticismo. E cosa dire dello scintillante powerpop di ‘The Well & The Lighthouse’, del crescendo in battimano di ‘(Antichrist Television Blues)’ o di ‘Windowsill’, folk puro a velocità variabile? Con ‘No Cars Go’ si sconfina nettamente nella new wave, con tanto di finale corale al limite dell’epico; la ballatona finale ‘My Body Is A Cage’ si appoggia ancora meravigliosamente all’organo, chiudendo in modo solenne un album di stordente bellezza, di cui ci ricorderemo davvero a lungo.