Ancora per qualche anno godremo di tutti quei progetti paralleli che sono nati dalla sospensione dell’attività dal vivo a causa della pandemia. Alcuni fini a sé stessi e totalmente inutili, altri geniali e vincenti. In realtà l’idea alla base degli Empire State Bastard ha origini precedenti, ma solo la riduzione degli impegni dal vivo dei Biffy Clyro, reduci dal successo di ‘The Myth of the Happily Ever After’, ha permesso a Simon Neil di dedicarsi al progetto in maniera compiuta. Un artista che sa bene cosa sia la musica mainstream o esibirsi nelle grandi arene, ma che stavolta ha voluto misurarsi con sonorità strane e violente, arrangiamenti math e psichedelia in quantità industriale (‘Blusher’ e ‘Tired, Aye?’). Nel supergruppo militano anche l’ex-Slayer Dave Lombardo, l’ex-frontman degli Oceansize Mike Vennart e la bassista dei Bitch Falcon Naomi Macleod. Molti brani si muovono su territori postcore, con atmosfere acide (‘The Looming’) e retaggi di The Locust, Melvins e Fantômas. In altri frangenti si sfocia addirittura nell’avant-thrash (‘Sold!’) o nello stoner-gaze (‘Moi?’) ed il batterista nato a Cuba – la cui presenza in formazioni quali Testament, Mr. Bungle, Suicidal Tendencies o Dead Cross non è passata certo inosservata – ci regala un prodigio tecnico dopo l’altro nonostante l’attitudine decisamente live del materiale. All’appello manca solo Mike Patton. Chissà che non venga coinvolto in futuro.