Anticipato dal bellissimo singolo ‘Giorni Persi’, il primo in lingua madre, il nuovo lavoro in studio del quintetto in bilico tra postcore e sludge metal, che in passato ha diviso il palco con realtà come Messa, Ufomammut, Stormo, Implore e Eyehategod, poggia le sue basi su melodie ossessive, strutture ritmiche gigantesche e un’attitudine che prende ispirazione dall’hardcore-punk ma anche dalla scena scandinava. I veneti, rispetto a tante altre formazioni underground che tendono ad innamorarsi delle proprie abilità o si perdono in voluminosi e caotici arrangiamenti, arrivano sempre al dunque, pungolano l’ascoltatore con sei tracce che sembrano scritte apposta per provocare danni dal vivo. In attesa di potere sul serio capire come verranno trasportate dal vivo, ‘Petricore’ si distingue tra le uscite di fine estate grazie ad un sound corrosivo e stratificato, che si evoluto negli anni ed abbraccia linee melodiche più armoniche e imprevedibili. ‘Dying Breed’ e ‘Hail The Machine’ sono gli altri apici in scaletta. La prima perché riassume un po’ tutta l’opera e presenta al meglio un gruppo che ha tutto il necessario per imporsi su scala internazionale mentre la seconda, posta in chiusura, perché serra le fila ed allo stesso tempo apre le porte ad una ulteriore progressione, che siamo certi non tarderà ad arrivare. Se poi avete ancora dubbi sulla loro ferocia andatevi a sentire la loro cover di ‘Fell, Destroyed’ dei Fugazi di un paio di anni fa.