Dispiace dirlo, ma per il sottoscritto questa è una delle delusioni dell’anno. Il successore di ‘Splid’, immesso sul mercato con la notevole copertina a cura di Marald van Haasteren, non ha saputo prendermi come avrei voluto, a dispetto delle medesime influenze e di una visione che non ha smarrito la propria efficacia. La verità è che, purtroppo, alle canzoni di ‘Endling’ manca sempre qualcosa. Uno spigolo un po’ più duro (‘Skoggangr’), un ritornello da far saltare per aria un locale o un riff che davvero cancelli quelli del passato (‘Likvoke’). L’esperienza sonora che ci regalano i norvegesi è sempre interessante e divertente, un mix tra black metal e rock n’ roll in grado di accontentare sia gli appassionati di musica estrema sia coloro che aspettano l’estate per ritrovarsi con gli amici ai grandi festival open air e cantare a squarciagola al cospetto delle icone del rock (‘Krøterveg Te Helvete’). Non me ne voglia lo sguaiato Ivar Nikolaisen, però a lungo andare la mancanza di Erlend Hjelvik – atteso nei negozi con il secondo capitolo del suo progetto solista - dietro al microfono si sente eccome. Forse ‘Fedrekult’ o ‘Døgeniktens Kvad’ avrebbero potuto essere differenti ma non lo sapremo mai. Premesso questo, mi auguro che chi ascolterà ‘Endling’ sfrutti l’occasione per scavare negli archivi di una band meravigliosa.