Nel bene o nel male, il frontman dei Rammstein fa discutere come le star di Hollywood o i cantanti hip hop che dominano le classifiche. La sua figura trasgressiva e demoniaca non è stata minimamente attaccata dalle accuse, peraltro rivelatesi infondate, di molestie e violenza che gli sono state rivolte contro e che hanno messo in dubbio il futuro della più grande metal band tedesca di sempre. ‘Zunge’ è un ordigno destinato, per volere divino o di chissà quale astro, ad esplodere dopo tutte quelle polemiche. Soprattutto dopo la dolorosa separazione con Peter Tägtgren, che tanto ha contribuito al successo del suo progetto solista. Il sound non è cambiato troppo, a dispetto del fatto che per completare il lavoro Till si è fatto assistere da vari compositori e produttori, sebbene non tutti i pezzi siano ballabili e sinistri come ‘Sports Frei’. Fin dai primi minuti è evidente che ‘Zunge’ non sia stato pensato come un lavoro sperimentale o comunque innovativo. Al contrario sembra più una riflessione sui momenti bui e sulle allucinazioni che colpiscono tutti noi nel nostro percorso esistenziale. La title track, ‘Schweiss’ e ‘Übers Meer’ non avranno problemi ad ottenere il riscontro sperato e la componente visuale servirà per spingere i passaggi meno riusciti al medesimo grado di attenzione mediatica. Non sono sicuro che ciò basterà a recuperare il rapporto con Universal e ancora non è chiaro se il futuro dei Rammstein verrà condizionato o meno da quanto accaduto questa estate. Di sicuro però la voce di ‘Altes Fleisch’ e ‘Alles Für Die Kinder’ prosegue per la sua strada imperterrito. E i fan continuano a seguirlo visto che le date del tour solista, per ora fino a gennaio e senza apparizioni nel nostro paese, sono quasi tutte sold-out.