Il decadente scorrere degli ultimi giorni dell’anno ha visto il sottoscritto accompagnato da due sconvolgenti dischi di puro death metal. Dei Vitriol e e di ‘Suffer & Become’ vi parlerò a breve, mentre dei norvegesi su queste pagine vi parliamo ormai da una vita. Dopo un lavoro in studio monumentale come ‘Imperial Congregation’, pubblicato da Nuclear Blast, il chitarrista Daniel "Død" Olaisen (ex-Satyricon, Zerozonic), la cui passione per Chuck Schuldiner e Joe Satriani è palese, ha mutato orizzonte e si è accordato con Soulseller - etichetta olandese che di recente ha ristampato dischi di Old Man’s Child e Rotting Christ e concesso alle stampe l’eccellente ‘Live By The Sword’ dei Cardinals Folly – per nove tracce che celebrano oltre cinque lustri di militanza nella scena ma che allo stesso tempo propongono spunti tecnici nuovi. Ivan "Meathook" Gujic completa una coppia di asce micidiale e anche il contributo al basso di Stian "Clammy Hackett" Gundersen, purtroppo colpito da gravi problemi di salute che ci auguriamo possa risolvere quanto prima, è superbo. Al microfono adesso troviamo un altro membro dei Celestial Scourge ovvero Sindre Wathne Johnsen, che se la cava egregiamente. Ronnie Björnström (Paganizer, Aeon) lo ha esaltato in fase mixaggio e il suo growl terremotante accresce il tasso adrenalinico di una proposta paurosa dal punto di vista tecnico ma pensata soprattutto per la dimensione live. La copertina realizzata da Giannis Nakos di Remedy Art Design svela un approccio lirico non banale e pezzi come ‘Seeking To Pierce’ e ‘Split Tongue Sermon’ sapranno ricordarvi il motivo per cui ascoltate death metal. ‘Ode To The Obscene’ e ‘Tempest Sculptor’ cercano invece di introdurre qualche elemento di novità - un altro riferimento sicuro sono i Meshuggah ma personalmente ho trovato anche degli scheletri strumentali ricchi di dissonanze sui quali formazioni incredibili come Humanity’s Last Breath andrebbero a nozze - in un contesto che non prevede comunque alcuna concessione al commerciale. La verità è che questi pionieri della musica estrema vanno ancora avanti per la loro strada, incuranti dei trend o delle leggi di mercato, e non pubblicano mezza traccia fuori posto. La loro discografia è invidiabile e in tour il materiale in questione potrebbe essere ulteriormente rinvigorito.