Nel profondo. Sempre più nel profondo. Il quadro in copertina non può che far riflettere ed il secondo lavoro dei norvegesi è un’opera d’arte a tutti gli effetti e la musica, che naturalmente riveste il ruolo principale, non è l’unica componente in grado di colpire a morte il vostro animo disilluso, in cerca di nuove esperienze. Ancora una volta negli uffici di Prophecy Productions hanno saputo scovare una realtà underground maledettamente oscura e capace di attrare gli appassionati di dark ethereal metal come quelli di black metal. Una crescita è avvenuta senza dubbio a livello di produzione ed il trio guidato da Jan Even Åsli, talentuoso polistrumentista che ricordiamo dal vivo con i Black Majesty, ha saputo evolvere il suono corrosivo del debutto, uscito undici anni orsono e passato fin troppo inosservato, fondendo una base avantgarde e visionaria, l’influenza degli In The Woods… è evidente, con escursioni nel blackgaze, voci harsh alienanti e retaggi atmosferici tipici della cultura nordica. Le glaciali parti di batteria sono state registrate da Eskil Blix, cantante e bassista dei Djevel, ed il rituale viene servito con architetture minimali, distorsioni micidiali e improvvisi passaggi ambient che alimentano la tensione, grazie all’intelligente mixaggio di Pål Gaupseth. Un disco così letale che potrebbe riaccendere interessi sopiti attorno ad una scena incapace di trovare nuovi leader e costretta a guardarsi sempre alle spalle.