Un trip assurdo quello che sa regalare Bert Hoover (Jesus Sons, Mind Meld) con la sua band. Nel corso degli anni l’ibrido tra kraut rock e psichedelia anni ‘60 è cresciuto a dismisura e, dopo l’omaggio a Roky Erickson di ‘A Round Of Applause’, ‘Pointe’ ha tutto per consacrare i californiani a livello internazionale. Questo perché nei solchi dello splendido vinile, da avere anche soltanto per il magnifico inserto, troverete agganci con realtà moderne come Tame Impala (‘This Rock’) o King Gizzard & The Lizard Wizard e non solo retaggi del passato. La visione alla base dell’opera è stata abilmente descritta da Rob Fidel nel video animato di ‘The Ship That I Sail’, ma se volete davvero capire chi sono gli Hooveriii cercate in rete la loro esibizione a KEXP. Quelle dinamiche le ritroverete in ‘Pointe’, nel groove space-rock di ‘Prom’ così come nel folk-progressive futuristico di ‘Can't You Hear Me Calling?’ e ‘Dreaming’ o ancora nel singolo ‘The Tall Grass’. Quest’ultime sono impreziosite dalla voce di Anna Wallace, per gli amici Annie Wonder, mentre la produzione è stata supervisionata da Mark Rains, che ricordiamo a servizio di Rival Songs, Black Rebel Motorcycle Club e Death Valley Girls. Tra le quattro mura dello Station House Studio di Echo Park è nato qualcosa di magico e difficilmente replicabile. Scorrendo le canzoni di ‘Pointe’ non si ha infatti la sensazione di essere al cospetto di musicisti che si sono imparati una lezione a memoria e hanno cercato di eseguire il loro spartito nel migliore dei modi. Si ha la sensazione di essere al cospetto di un viaggio unico, forse l’ultimo, o di un’esperienza che ha del trascendentale. Da adesso in poi ogni momento potrebbe essere quello definitivo per sfondare.