Ho avuto bisogno di qualche settimana, non certo un difetto anzi dovrebbe essere la normalità, per scoprire tutte le settimane nascoste in questo nuovo capolavoro dei parmensi. Anche stavolta Angelo Bergamini si è superato e ha saputo sfidare le peggiori convenzioni musicali dell’epoca per donare qualcosa di veramente unico e insuperabile alla comunità darkwave. ‘Radio Signals For The Dying’ non è però un disco così classificabile come si penserebbe; intanto perché il grado di sperimentazione di certe tracce è elevato e poi perché gli arrangiamenti vocali non sono mai uguali agli altri. Elena Alice Fossi si conferma una delle più grandi cantanti del genere e passaggi come ‘Götter, Geht Weg!’ e ‘Luminous Shade’ non sfigurano affatto al cospetto dei classici. In scaletta troviamo anche le riuscite reprise di ‘Writer’ dei The Sound e di ‘Wrong’ dei Depeche Mode, una versione talmente originale da mettere i brividi, così come la liturgia apocalittica di ‘Madre Nera’ e la pura dark-ambient di ‘The Great Unknown’, nata dalla collaborazione con i Solitary Experiment. Il concetto di tempo dei Kirlian Camera, esplicato con la traccia d’apertura, permette di leggere sia l’ordine delle tracce che la modalità con cui è stato completato il lavoro, ma in sento più allargato anche buona parte della discografia di questa band mitica. Ciò perché ogni singola scelta artistica è stata ponderata secondo una visione precisa, in totale incuranza di classifiche o etichette e fregandosene ancora di più delle definizioni di stile. Non a caso in ‘Radio Signals For The Dying’ troverete spunti classici, trip hop, retaggi ebm e synth pop oltre a costruzioni stratificate, contenuti sovversivi e la solita passione smisurata per l’arte più oltraggiosa.