Mike Tramp è uno dei tanti sopravvissuti degli incredibili anni ottanta che sta cercando di mantenersi in piedi tra pieno revival e una carriera solista che continua a raccogliere l’interesse dei fan più sfegatati. Messi da parte i White Lion, dei quali continua a proporre classici all’interno di concerti e dischi senza, però, rimettere in piedi la line up originale, vista la riluttanza del mitico Vito Bratta a ritornare in pista, il cantante si è ritagliato da tempo una sua bella dimensione che lo ha portato ad incidere una manciata di album, tra cui questo “Mand Af En Tid” che è il secondo lavoro cantato completamente in lingua danese. Sembra quasi che la Danimarca sia un punto di riferimento per la scena metal viste le origini di Lars Ulrich o il rapporto importante che ha Traci Guns con la nazione scandinava. Ritornando a Tramp e a questa uscita, possiamo subito affermare che tracce vigorose e rock che ci riportano al suo storico passato non ce ne sono in alcun modo, neanche per sbaglio. Qui, invece, ci troviamo dinnanzi ad una serie impressionante di ballate mielose, interpretate benissimo e suonate altrettanto, che potranno avere il loro effetto all’interno di una serata romantica. I riferimenti più naturali sono quelli dell’ultimo Bon Jovi (potremmo citare quasi ogni singola traccia per vedere materializzato il fantasma dell’artista originario di Sciacca), anche se qualche volta sembra che il Nostro abbia preso come punto di riferimento un vero e proprio talento come Pete Yorn (“Livet Er”). La lingua danese, che sembra essere simile a quella tedesca, tutto sommato non infastidisce più di tanto l’orecchio di chi si approccia ad un lavoro che è molto più semplice ed immediato di quanto si possa pensare. Qui dentro c’è tantissima melodia, moltissimo pop (anche d’autore), ma zero attitudine rock. Se sia un bene o un male non sta a noi dirlo. Quello che appare certo è che Tramp appare un musicista in pace con sè stesso e che non ha più nulla da dimostrare a nessuno. Se sta bene lui, allora sta bene a tutti.