Deve essere uno di quei momenti di riflessione quello che stanno vivendo i Palaye Royale, il trio americano che in meno di un anno ha rilasciato due EP che, se fossero stati uniti, avrebbero potuto costituire un vero e proprio album. “Songs For Sadness”, come facilmente evincibile dal titolo, è un lavoro molto malinconico, pregno di melodie e pieno di ottimi spunti. Il suo peccato originale sta nella durata, troppo breve e che, probabilmente, farà cadere nel dimenticatoio un disco che meriterebbe lodi sperticate e onori da chiunque. Che i tre fratelli di Las Vegas siano ispirati lo si capisce dall’opener “Umakemenotwannadie” che ha un sapore quasi anni ottanta e che lascia immediatamente intendere quanto talento ci sia in una band che dalle nostre parti non è notissima. Con “Be Here” si percepiscono atmosfere molto vicine a quelle di Beck quando incise quel capolavoro che risponde al nome di “Sea Change”. Non ci sono tante variazioni all’interno di questo mini LP, visto che tutto è molto volutamente dimesso. La disperazione si nota maggiormente in “Hello Sunshine”, dove il piano e gli ulteriori arrangiamenti la fanno da padroni. Le chitarre sono, sostanzialmente, inesistenti, ma questo non svilisce la purezza di una canzone di assoluta qualità. Con “Don’t Cry” sono gli archi a fare da tappeto alla struttura di un brano molto intimo e sussurrato, mentre con “World Ends” ci troviamo dinnanzi ad una ballad buia e sofferta come poche, che si apre all’improvviso e che ha un crescendo decisamente importante. Peccato, davvero, che il tutto duri meno di venti minuti. Questa pubblicazione avrebbe meritato una continuazione, perché il rischio di passare inosservata è forte. Quindi, il dictat da seguire risulta semplice da eseguire: comprare “Songs For Sadness” e il precedente “Sextape” si rivela come un obbligo, così come unire le loro canzoni per poter pensare alla realizzazione di un solo disco. Non è difficile, anzi sarà più facile di quanto si possa pensare.