Nel catalogo della Loog questo disco spicca per ardita e pregevole disarmonia. La strana casa dei ragazzi del South East tanto strana poi non è e recensire un album del genere significa scendere a compromessi colossali esattamente come coloro che ne brameranno i passaggi radio e i disperati sfoghi televisivi. I The Horrors fanno parte della generazione di MySpace, di quell"ibrido inarrestabile di informazioni, immagini e file mediatici che tutti i giorni martellano la nostra mente. In questo mondo da tempo andato di traverso un gruppo come questo che vive di contraddizioni continue può essere la rivelazione dell"anno come un orgasmo arrivato troppo in fretta. I prossimi mesi diranno se la loro comparsa sul pianeta terra sarà destinata a durare a lungo. Fatto sta che un garage punk prodotto in modo tanto limpido non si era mai sentito. I riferimenti a The Stranglers e Bauhaus (‘Jack The Ripper’) si sprecano mentre nuovi inni studenteschi come ‘Count In Fives’, ‘Gloves’ e "Sheena Is A Parasite" si fanno reciprocamente eco nell"immaginaria locazione funebre descritta dalla band. Sarebbe interessante studiare a fondo la fenomenologia comportamentale secondo la quale sappiamo sempre stupirci, quasi fossero novità, di queste subdole entità che facevano già parte del nostro passato. Furbi o non furbi i The Horrors sanno fare eccome il loro mestiere di intrattenitori.