Nella presentazione di questo disco si legge che è un po’ come mettere Motorpsycho, Jaga Jazzist, The Notwist e The Beatles nello stesso studio. Niente male davvero, ma spesso le dichiarazioni di facciata si rivelano false o comunque esagerate. In questo caso però è sul serio interessante vedere come i tedeschi abbiano cercato di mescolare le loro influenze prog, jazz, stoner e psych rock senza risultare troppo derivativi. I progressi rispetto a release precedenti come ‘Secret Box’ e ‘About Rooms And Elephants’ riguardano soprattutto gli arrangiamenti mentre i suoni sono rimasti più o meno gli stessi. Evidentemente i Carpet non hanno sentito bisogno di cambiare e forse un produttore di fama internazionale servirebbe per dare loro quella spinta in più nell’ottica di un maggiore riscontro fuori dai propri confini. In ogni caso ‘Collision’ si ascolta con piacere e pezzi come ‘Dead Fingers’ e ‘Lost At Sea’, reminiscente addirittura di certe cose dei Radiohead, potrebbero fare bene nelle playlist di settore. Resta da capire se l’etichetta di Bielefeld sarà in grado di promuovere quest’album a dovere e se il gruppo di Augsburg riuscirà ad imbarcarsi in un tour importante. In tal senso, sarebbe curioso assistere all’esecuzione di ‘Collision’ dall’inizio alla fine, dall’atmosferica ‘The Moonlight Rush’ fino all’elaborata chiusura di ‘Cosmic Shape Shifter’, che indaga nelle missioni spaziali trasmesse al cinema ed in televisione quando eravamo bambini.