Gli inglesi mi stanno simpatici. Li ho visti tante volte dal vivo e, almeno per una ventina di minuti, il loro power metal da Guitar Hero è riuscito anche a convincermi. Col passare degli anni il loro songwriting è diventato di una noia paurosa e le qualità tecniche di Herman Li e Sam Totman non sono più sufficienti a reggere la baracca. Ok le stravaganze in fase di produzione, ok il nuovo cantante, bravo sia nella band che in fase solista ma comunque nella media, e ok anche i retaggi degli anni ‘80 (‘The Killer Queen’). Va tutto bene per carità, ma personalmente dopo un paio di ascolti mi sono fermato e ho cambiato disco. La cover di ‘Wildest Dreams’ di Taylor Swift, il numero da videogioco di ‘Power Of The Triforce’, un tempo sarebbe stato un pezzo da colonna sonora adesso provano a farci un singolo da Spotify, e il lento ‘Kingdom Of Steel’ cercano di dare varietà ad una scaletta che però non si accende mai definitivamente. Non so quanto abbia pagato anche la scelta di produrre e mixare il disco a Los Angeles, sotto la supervisione di Damien Rainaud. Magari i fatti mi daranno torto. Ai fan più accaniti consiglio di dare subito un ascolto alle bonus track. In ‘Astro Warrior Anthem’ troviamo Matthew K. Heafy dei Trivium e Nita Strauss mentre Alissa White-Gluz degli Arch Enemy e Elize Ryd degli Amaranthe si dividono i featuring di ‘Burning Heart’ e ‘Doomsday Party’.