Il primo disco del gruppo del Missouri mi è passato davanti più volte ma non ha mai catturato la mia attenzione. Al primo ascolto mi è sembrato un buon lavoro di technical death metal e niente di più. Questo secondo lavoro invece mi ha intrigato fin dall’uscita dei primi singoli e non solo perché Prosthetic Records, che comunque ci aveva creduto già dal debutto, è un’etichetta che difficilmente immette sul mercato brutta roba. Il quartetto guidato da David Bruno è cresciuto tantissimo, sia dal punto di vista tecnico che da quello della consapevolezza nei propri mezzi, e ha aggiunto due elementi distintivi alle proprie canzoni. Intanto la componente deathcore non è più forzata come prima, ma altamente costruttiva e funzionale al songwriting. Poi ogni canzone è epica come quelle di Revocation o Fallujah ovvero altri gruppi importanti che amano giocare su vari fronti e possono vantare un impianto tecnico da paura. Il materiale è stato registrato da Jack Daniels e bilancia singoli di sicura presa sulle playlist di settore (‘Return to the Soil’ e ‘My Horrors Unending’) ed altri passaggi intricati che faranno divertire i fanatici del genere dal vivo. Il guitar work di Ryan Felps è superbo e TJ Chilton è talmente bravo che non mi sorprenderei se venisse assoldato da qualche icona del passato alle prese col problema batterista. In ogni caso ‘Under The Reviled Throne’ è un disco da ascoltare a fondo e la sensazione è che i Summoning The Lich abbiano ancora dei margini di miglioramento.