Per vari motivi, sui quali sarebbe il caso approfondire e magari lo faremo in un’altro momento, le ultime uscite di Nuclear Blast sono state abbastanza deludenti o comunque non in linea col passato glorioso dell’etichetta. Poi arriva il debutto degli inglesi e viene da chiedersi cosa c’entri col metal. Nelle loro canzoni troverete un po’ di shoegaze, un po’ di goticume anni ‘80 e synth in quantità bestiale. In precedenza la band aveva dato alle stampe un bizzarro mini omonimo, ispirato all’astronauta sovietico Vladimir Komarov, confermando di trovarsi a proprio agio col formato più breve con ‘From Within’ e ‘From Without’, edito dalla Church Road Records di Blodet e Heriot. Una drum machine essenziale detta le regole del gioco mentre Adam e Jordan, cresciuti molto dopo i tour con Creeper e Godflesh, cercano di attrarre l’ascoltatore, puntando sul suo lato più malinconico e romantico. Tanti gli ospiti in scaletta, a dimostrazione della credibilità che il duo ha saputo guadagnarsi nella scena. In ‘Moonfall’ troviamo Gabriel Franco degli Unto Others (‘Moonfall’), Sólveig Matthildur Kristjánsdóttir delle Kælan Mikla impreziosisce ‘Shatter The Mountain’ ed infine Serena Cherry degli Svalbard appare in ‘Starfall’. Se amate Pet Shop Boys, The Cure (andatevi a sentire la loro cover di ‘Burn’ dalla colonna sonora di The Crow), Ultravox, Gary Numan e non disdegnate growl e scream in sottofondo, date fiducia agli Zetra e, almeno per una volta, mettete da parte battaglie di stile o pregiudizi.