Chi era presente quest’estate al Pistoia Blues al concerto di Devon Allman, si sarà reso conto della grandezza di un musicista e della sua band, capaci di infiammare il palco con un’esibizione torrenziale che trasudava rock, blues e soul in un solo colpo. Ecco, queste belle credenziali, sono state riportate interamente nella sua ultima fatica, ovvero “Miami Moon”, dove tutto, però, è più concentrato. Il chitarrista, nonché cantante, ha preferito dare spazio alla forma canzone, lasciando da parte l’improvvisazione, ad eccezione dello strumentale “Sahara” dove si odono echi del primo Carlos Santana. Per il resto i brani rimangono contenuti, ma nonostante la loro brevità, possiedono tutto quello che è necessario per poter entrare nel cuore dell’ascoltatore. La mistura di rock e soul, con spruzzate di r’n’b, viene fuori immediatamente con l’accoppiata formata da “White Horse” e “Incredible”. Si tratta di due brani melodici e cha hanno quel senso americano tipicamente “radio oriented” che non deve essere letto o visto come una sorta di peccato originale. Anzi, è quel valore aggiunto che potrebbe rendere le due canzoni in questione immortali nel corso del tempo. Il soul rock si sprigiona con l’ottima “Climb Aboard”, mentre le atmosfere si fanno rilassate e leggere grazie ad affreschi malinconici quali “You” e la titletrack. Nella seconda parte del lavoro il livello qualitativo rimane molto alto. “Body Electric” è una traccia ballabile e di tutto rispetto che ci riporta indietro al funky americano di fine anni settanta, così come la successiva “Take Time To Taste It” nella quale l’abilità tecnica della band di Allman viene fuori tremendamente. A chiudere il cerchio ci pensa “You Gotta Make It Through The World”, un blues di quelli tosti che mette la parola fine ad uno dei lavori più caldi ed appassionanti di questo 2024. Disco semplicemente bellissimo.