Un debutto eccitante quello della nuova band di Mike Paparo degli Inter Arma, che ha voluto al suo fianco David Haley, batterista dei Psycroptic, e Dan Gargiulo, chitarrista degli Artificial Brain. Il concetto di disintegrazione corporea si riflette in urla di dolore e muggiti disincarnati, per una delle performance più scatenate della sua carriera e in generale le liriche dimostrano che ‘Every Limb Of The Flood’ non è solo il risultato di qualche jam tra musicisti di vecchia data, ma qualcosa di estremamente più complesso. La materia di base è un blackened death disperato, sporco e raccapricciante, sul quale Relapse Records – nelle prossime settimane occhio ad un altro esordio potenzialmente distruttivo ovvero quello dei Living Gate oltre alla raccolta di rarità degli Amorphis - si è buttata a capofitto rendendosi conto di avere per le mani uno dei potenziali esordi dell’anno. ‘Dim Golden Rave’ inaugura un ascolto brutale e già dalla seconda traccia, ‘A Generation Of Eyes’, si ha la sensazione che ‘Every Limb Of The Flood’ sia solo il primo passaggio o capitolo di un libro avvincente, alla scoperta di qualcosa di più di noi. Le registrazioni si sono svolte sotto la supervisione di Brett Bamberger, bassista dei Revocation in passato a servizio di band singolari quali East Of The Wall, River Black e Publicist UK, e il mixaggio esalta crescendo melodici e momenti introspettivi fino alla terribile conclusione di ‘Dreamless’, col corpo del protagonista ormai a pezzi.