Dopo l’esperienza con Metal Blade, evidentemente non immune da difetti, I danesi tornano su Svart Records – che aveva pubblicato il terzo lavoro ‘Hellfire Ocean Void’ – e immettono sul mercato un disco ancora più vario e spiazzante, costruito sulle enormi note del basso di Mikkel Fuglsang e in costante bilico tra classic rock, doom metal e post-punk. Alcune atmosfere appaiono estremamente rarefatte mentre in altri frangenti emerge il lato più rock e live-oriented di una formazione che con ‘Viscera’ aveva già dimostrato di essere cresciuta sotto tutti gli aspetti. ‘Through Holes Shine The Stars’ è ricoperto di una veste oscura, maledetta e sfuggente. Il chitarrista Birk Gjerlufsen Nielsen si è occupato di nuovo della produzione e il mixaggio è stato affidato ancora a Flemming Rasmussen (Metallica) e Marcus Ferreira Larsen è autore di una grande performance, soprattutto per la capacità di sottolineare anche le linee melodiche più semplici in un contesto compositivo di impressionante profondità. Ascoltare un disco dei Demon Head è come prendere un vinile degli anni ‘60 e piazzarlo sul piatto del proprio stereo. É polveroso, in apparezza addirittura lo-fi. Gli apici in scaletta, inaugurata dall’ammiccante ‘The Chalice’, sono nella seconda parte. Prima la delicata ‘Deeper Blades’ e poco dopo l’epica conclusiva ‘This Vessel Is Willing’, forse la traccia più bella mai scritta dalla band.