Quando è arrivato in redazione il promo di questo disco ho sorriso. Un sorriso amaro perché mi sono subito immaginato i commenti sui figli che fanno il verso ai genitori. É indubbio che i Vended, formazione nata per volontà di Griffin Taylor e Simon Crahan, abbiano avuto, e penso proprio avranno anche in futuro, dei vantaggi rispetto alla concorrenza, ma credo sia corretto far finta di niente e analizzare questa dozzina di tracce nel modo più obiettivo possibile, come del resto tentiamo di fare sempre. In tal senso, lo spettro degli Slipknot è dietro l’angolo, le radici sono quelle e c’è poco da fare, il sound è quello. La rabbia di certi passaggi conferma quello che i P.O.D. mi hanno rivelato in un’intervista di qualche tempo fa ovvero che i Vended erano delle bestie dal vivo. Non ho dubbi sul fatto che sia vero e non vedo l’ora di potere valutare di persona. Al cospetto di questa prima fatica su lunga distanza, dopo il mini ‘What It Is/Kill It’ che tanto ha fatto discutere, è evidente una discreta evoluzione in termini di produzione e arrangiamenti, soprattutto la componente industriale appare meglio assemblata, ma manca ancora quel gusto melodico che ha reso imperdibili molti singoli degli Slipknot. L’urgenza poi non è certo la medesima di quella che possedevano i “padri” quando uscirono l’omonimo debutto e ‘IOWA’ e ciò potrebbe rappresentare un problema vista la scarsa empatia dei giovani di oggi. ‘The Far Side’, ‘Nihilism’ e ‘Where The Honesty Lies’ sono i pezzi che hanno saputo trasmettermi maggiore energia. Non entusiasmo, ma energia sì e forse, almeno per stavolta, può bastare così.