Gli svedesi hanno fatto uscire ‘Royal Destroyer’ nel momento più sbagliato del mondo, non sapremo mai se in percentuale più per colpa loro o per colpa dell’etichetta, e questo ha condannato in partenza una fatica in studio che poteva contare su almeno tre-quattro pezzi epici e una produzione spettacolare, non solo per i fanatici di At The Gates e Carnal Forge. Adesso la band guidata da Johan Lindstrand (ex-One Man Army and the Undead Quartet e Crown Of Thorns), spettacolare in ‘The Night Is Now’, si riaffaccia sul mercato con una copertina in bianco e nero, essenziale, vitrea, al limite dello spettrale e sono sufficienti pochi istanti per calarsi di nuovo in un immaginario melodic death di assoluto spessore. La speranza è che il tempo perduto non risulti fatale, in questo caso starà soprattutto a Metal Blade compiere un lavoro di promozione importante, perché pezzi come ‘Churchburner’ e ‘Gone To Hell’, mixati egregiamente da Jonas Kjellgren ai Black Lounge Studios, sono veramente letali. La line-up è mutata col ritorno di Marcus Sunesson (Cyhra, Engel) al fianco di Marko Tervonen e una sezione ritmica nuova di zecca formata dall’ex-Impious Mikael Norén e da Mattias "Arvid" Rasmussen. Una base fresca da cui ripartire più forti che mai. In chiusura le sorprendenti ‘Where Nightmares Belong’, con la voce femminile di Elina a rendere ancora più evocativa l’atmosfera, e ‘The Storm That Comes’.