Alta professionalità. Sarebbero sufficienti probabilmente due parole per descrivere l’ultima opera della band guidata da Gabriele “Rusty” Rustichelli, che si riaffaccia sul mercato a distanza di sette anni da ‘Keystone’. Alta professionalità perché questo è un disco di livello internazionale sotto tutti i punti di vista. Di italiano c’è pochissimo, se non i musicisti che hanno scritto e registrato dieci tracce di puro alternative metal, ricco di aperture melodiche e riff grintosi. Ogni dinamica è curata nei dettaglia e la produzione, curata dal leader assieme a Jarno Bellasio dopo l’esperienza con David Bottril, è quanto di meglio si possa trovare in circolazione. Un suono circolare, potente, pieno, moderno ma mai finto o effettato come si sente fin troppo in giro in questo periodo. Parlare solo di alta professionalità farebbe però pensare ad una band fredda, pianificatrice, senz’anima e invece i Klogr un’anima ce l’hanno eccome. Vengono dal grunge ed il loro approccio all’alternative metal è live oriented a manetta. In ‘Fractured Realities’ troverete tracce che si riallacciano al passato (‘Waking Worlds’ su tutte) ed altre che segnano una svolta come ‘Gravity Of Fear’, ‘The Twisted Art’ e ‘One Of Eight’. I testi fanno riflettere facendo “luce” sui risvolti più oscuri e frammentati delle nostre esistenze. A volte le sfumature industrial prendono il sopravvento mentre in altri frangenti le chitarre e la batteria trasmettono uno spiccato feeling rock n’ roll, ma nel complesso l’ascolto prosegue organico, come accadeva con i dischi di un tempo. Quelli che si ascoltavano dall’inizio alla fine e non venivano bruciati con due singoli sui servizi streaming o YouTube. Insomma, alta professionalità con un’anima grossa così..