In Svezia sanno bene cos’è il metal. Su questo ci sono pochi dubbi, anche se in ambito black, a dispetto di formazioni storiche quali Dark Funeral, Marduk e Watain, sono altre le scene più rinomate. In questo caso non siamo di fronte a dei novellini perché gli In Aphelion, sebbene alla seconda fatica in studio, sono la creatura di Sebastian Ramstedt, che tutti gli appassionati di metal estremo conoscono per i Necrophobic e ha fatto parte in carriera anche di altri progetti interessanti quali Ordo Inferus, Exhumed e Nifelheim. Questo è il suo progetto parallelo ma se il debutto ‘Moribund’, edito due anni fa da Edged Circle Productions, era sembrato più un esperimeno o comunque il risultato di un periodo di pausa dal gruppo principale, ‘Reaperdawn’ trasmette tutt’altra sensazione. Ce n’eravamo già accorti dalla promozione di Century Media sui primi singoli e, quando il promo è arrivato in redazione, è stato subito evidente che queste otto canzoni, tutte sopra i sei minuti di durata tranne ‘When All Stellar Light Is Lost’ e la title track, siano state elaborate e prodotte con obiettivi molto diversi. Gli In Aphelion sono una band a tutti gli effetti ed il fatto che in line-up ci siano anche Johan Bergebäck e Tobias Cristiansson dei Necrophobic non deve generare confusione. O almeno sarebbe un peccato che avvenisse perché il disco merita di essere ascoltato e suonato dal vivo il più possibile. La formazione è completata dal batterista Marco Prij, che ricordiamo in tour con gli Skeletal Remains ed i Pestilence, e del mixaggio si è occupato Tore Stjerna (Mayhem) al mitico Necromorbus Studio di Alvik, vicino Stoccolma. ‘The Fields In Nadir’ e ‘The Darkening’ sono probabilmente gli apici di questa avventura sonora epica ed estrema ma la gemma è proprio in chiusura con ‘Aghori’, otto minuti allucinanti che vedono tra l’altro Jakob Björnfot (sfido a ricordarsi i Duskfall..) e Christian Jönsson Baad (Avslut, Opacity) dividersi il microfono con Ramstedt.